Foglio n. 173 - XII Domenica del Tempo Ordinario

Foglio n. 173 - XII Domenica del Tempo Ordinario

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
ma non hanno potere di uccidere l’anima

25 giugno 2017 – XII Domenica del Tempo Ordinario (A)

Tutto quello che Gesù ha detto all’orecchio, di nascosto e privatamente, sarà predicato pubblicamente sui tetti dei paesi e delle città del mondo intero. Dopo la discesa dello Spirito Santo, gli apostoli hanno cominciato ad annunciare il Vangelo, chiaramente e coraggiosamente, quando hanno aperto le porte del cenacolo e sono andati verso i quattro punti cardinali dell’universo.

Nonostante l’opposizione incontrata, il Vangelo è stato fatto conoscere sempre di più e sempre meglio e, quando la fine del mondo sarà ormai prossima, l’umanità tutta ne sarà a conoscenza. Gesù dice anche: “Non preoccuparti troppo della sorte del Vangelo, e non avere paura della gente. Non temere nessuno se non Dio. Non è la morte la più grande sventura, ma la dannazione”. Noi dobbiamo superare la paura della morte, così come le persecuzioni e le difficoltà di ogni giorno, mediante la fede nella divina Provvidenza, che protegge anche il più insignificante fra gli uccelli: il passero.

La cosa più bella che l’uomo possa fare sulla terra, in mezzo a persecuzioni e sofferenze, è di essere testimone di Gesù. Anche se il martirio non è il destino di tutti i suoi discepoli, ognuno deve sempre e dovunque riconoscere la sua appartenenza a Cristo, con le parole e le azioni, la vita e il comportamento. E noi lo facciamo in special modo durante la messa, nella quale, in comunione con l’intera Chiesa, annunciamo le grandi opere di Dio.

Foglio n. 167 - V Domenica di Pasqua

Foglio n. 167 - V Domenica di Pasqua

Io sono la via, la verità e la vita

14 maggio 2017 – V Domenica di Pasqua (A)

Questa domenica, ventiquattro bambini della nostra parrocchia prendono per prima volta la Santissima Eucaristia, il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù nostro Signore.

Gruppo di CRISTINA P. e CINZIA
Serena, Aurora, Valeria, Samuele, Emma, Giorgia, Emma, Angelica, Alessandro, Christian, Daniele, Davide, Sofia, Greta.

Gruppo di ANNA e DONATELLA
Luca, Alessandro, Mirko, Patrizio, Maurizio, Marco, Alice, Jasmine, Gabriele

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Foglio n. 168 - VI Domenica di Pasqua

Foglio n. 168 - VI Domenica di Pasqua

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti

21 maggio 2017 – VI Domenica di Pasqua (A)

Queste parole sono prese dall’ampio discorso riportato dal quarto Vangelo (cf Gv 13,31-17,26), che Gesù ha rivolto ai suoi apostoli dopo l’ultima cena. Viene in luce che l’osservanza dei suoi comandamenti ci fa rimanere nell’amore.

Esse richiamano un versetto precedente, in cui Gesù dice ai suoi apostoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” ove viene in luce che l’amore per Gesù deve essere il movente, la radice da cui deve partire l’osservanza dei suoi comandamenti.

Ne risulta così una circolarità tra l’amore per Gesù e l’osservanza dei suoi comandamenti. L’amore per Gesù ci spinge a vivere sempre più fedelmente la sua parola; nello stesso tempo la parola di Gesù vissuta ci fa rimanere, e quindi ci fa crescere sempre più nell’amore per Lui.

Rimanere, dunque, nel suo amore. Ma che cosa vuol dire Gesù con questa espressione? Senza dubbio vuol dire che l’osservanza dei suoi comandamenti è il segno, la prova che siamo suoi veri amici; è la condizione perché anche Gesù ci ricambi e ci assicuri la sua amicizia.

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Foglio n. 169 - Ascensione del Signore

Foglio n. 169 - Ascensione del Signore

Io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo

28 maggio 2017 – Ascensione del Signore (A)

Il Signore risorto ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come all’inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1).

Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).

Da questa montagna egli invia i discepoli - e noi tutti che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).

Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo.

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Foglio n. 170 - Pentecoste

Foglio n. 170 - Pentecoste

Vieni, Santo Spirito,

4 giugno 2017 – Pentecoste (A)

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido, sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa, dona gioia eterna.

Foglio n. 171 - Santissima Trinità

Foglio n. 171 - Santissima Trinità

Il Dio uno e trino, mistero d’amore
abita nel Cielo e nel mio cuore

1 giugno 2017 – Santissima Trinità (A)

Spesso ci si immagina un “Dio” lontano, astratto, ridotto quasi a un sistema di idee contorte o semplicissime, ma inesplicabili. Soprattutto quando ci si accosta alla dottrina della Trinità, si ha l’impressione di essere di fronte a una sciarada beffarda. E invece. E invece, l’essere concretissimo di Dio è comunione che liberamente si effonde. Anzi, ci chiama a varcare la soglia della sua vita intima e beatificante.

Non riusciamo a capire perché Dio si sia interessato di noi: più di quanto, forse, noi ci interessiamo a noi stessi. Proprio mentre eravamo peccatori, il Padre ha mandato il suo Figlio per offrirci la vita nuova nello Spirito. Liberamente. Per amore. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”.

Cristo non si impone. Non costringe ad accettarlo. Si consegna alla nostra decisione. È questa la vertigine della vita umana. Possiamo passare accanto al Signore Gesù che muore e risorge, senza degnarlo di uno sguardo nemmeno distratto.

E, tuttavia, non possiamo fare in modo che egli non esista come il Dio fatto uomo che perdona e salva. “Chi non crede è già stato condannato”. Ma se ci apriamo alla sua dilezione...

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Foglio n. 172 - Corpus Domini

Foglio n. 172 - Corpus Domini

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno

18 giugno 2017 – Corpus Domini (A)

Oggi festeggiamo il sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtà corporale, del suo sacrificio sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi. Gesù ce ne parla in termini di corpo e di cibo. La realtà del dono del Padre alla nostra umanità si esprime, dall’inizio alla fine, sotto forma di corpo. Si tratta dapprima della realtà carnale del corpo fatto di carne e sangue, che soffre e muore sulla croce. È questo corpo ferito che risorge e che Gesù dà da vedere e da toccare agli apostoli. Ma Gesù non si ferma qui. Suo corpo è anche la Chiesa (Col 1,18), corpo mistico di cui Cristo è la testa.

Ed è infine questo corpo sacramentale che nutre coloro che lo mangiano: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo!” (Mt 26,26).

Già i primi cristiani paragonarono il corpo spezzato di Cristo al grano, macinato in farina per diventare pane, dopo essere stato mischiato all’acqua della vita e passato nel fuoco dello Spirito.

Questo pane spirituale, fatto dal grano del campo che è Gesù (Gv 15,1), divenendo, come il vino dell’Eucaristia, nostro cibo, nutre in noi la vita divina, che è vita eterna. E Gesù, ancora una volta, afferma: “Io sono”. Qui dice: “Io sono il pane”. Gesù costituisce il solo nutrimento che possa dare la vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrà la vita in lui (Gv 6,53). Ecco perché noi celebriamo oggi la realtà umana e divina del Verbo fatto carne e anche quella del corpo risorto; ed ecco perché ci dà davvero quanto promesso.

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Foglio n. 174 - Domenica delle Palme

Foglio n. 174 - Domenica delle Palme

Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento
al mistero della sua morte e risurrezione

25 marzo 2018 – Domenica delle Palme (B)

Fratelli carissimi, questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.

 

Messaggio del parroco per la Pasqua

Sono giunti i giorni santi della celebrazione dei misteri della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Fissiamo lo sguardo in Cristo crocifisso, contempliamo quell’uomo apparentemente fallito, umiliato, deriso e disprezzato, pieno di dolori, di angoscia, di solitudine. Scopriamo in Lui i nostri dolori, i nostri fallimenti. Riflettiamo come si è ridotto il Figlio Unigenito di Dio per mostrarci quanto sia grande il mistero dell’iniquità degli uomini, è quanto più grande il mistero della misericordia infinita del Padre, del suo amore per tutti gli uomini. Nel volto deturpato di Gesù possiamo toccare tutta la grandezza del suo Cuore umano e divino dove è nascosto l’amore infinito del Padre.

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Foglio n. 151 - V Domenica Tempo Ordinario

Foglio n. 151 - V Domenica Tempo Ordinario

Voi siete il sale della terra,
voi siete la luce del mondo

5 febbraio 2017 – V Domenica Tempo Ordinario (A)

Se metto un grosso cucchiaio di sale nella zuppa, sarà immangiabile. Ce ne vuole solo un pizzico, che basta ad insaporirla.

O, senza utilizzare un’immagine, anche se non ci sono che pochi uomini a sopportare con buon umore, bontà e indulgenza le debolezze del loro prossimo (e le loro, in più!), a non essere solo preoccupati di imporsi, di perseguire i propri scopi e i propri interessi, questo pugno di uomini ha la possibilità di cambiare il proprio ambiente, contribuendo a che il nostro mondo resti umano.

Il nostro mondo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini che danno prova di questa cordialità e di questa generosità spontanee.

Essere il sale della terra: siamo abbastanza fiduciosi per credere al carattere contagioso della bontà?

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Foglio n. 152 - VI Domenica Tempo Ordinario

Foglio n. 152 - VI Domenica Tempo Ordinario

Non sono venuto ad abolire la legge
ma a dare pieno compimento

12 febbraio 2017 – VI Domenica Tempo Ordinario (A)

L’ideale religioso degli Ebrei devoti consisteva nell’osservare la legge, attraverso la quale si realizzava la volontà di Dio. Meditare, adempiere la legge, era per l’Israelita la sua “eredità”, “una lampada per i suoi passi”, suo “rifugio”, la sua “pace” (cf. Sal 119).

Gesù è la pienezza della legge perché egli è la parola definitiva del Padre (Eb 1,1). Paolo ci dice che “chi ama il suo simile ha adempiuto la legge... Pieno compimento della legge è l’amore” (Rm 13,8-10).

Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. I farisei erano ossessionati dalla realizzazione letterale e minuziosa della legge; ma ne avevano completamente perso lo spirito. Di qui la parola di Gesù: “Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei...”

Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Per quali valori i cristiani scommetterebbero? Ancora una volta siamo confortati dalla affermazione di Cristo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24,35).